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Kostas Tsiropoulos: "I luoghi in cui aveva vissuto", estratto da: "APPUNTI DI PROVA GENERALE"

Di notte aveva fretta di rincasare. Cercava di vivere il più a lungo possibile di notte, perché soltanto nel tenebroso grembo di essa egli sentiva la propria esistenza schiudersi tutta, e poteva rivivere la propria vita con la dolorosa densità dei ricordi. Supino sul letto, rievocava non solo le figure e i corpi di coloro che erano passati nella sua figura e ne suo corpo e che,  in un dato momento, avevano determinato il suo modo di esistere. Richiamava alla memoria anche i luoghi nei quali aveva portato a vagare il proprio corpo e dai quali lo aveva portato ndietro – ma non così il proprio spirito. Lo spirito, eterno, inconcepibile, a immagine di Dio, si attardava ancora là, a vagare in quei luoghi perduti: quartieri, case, città, alberghi, stanze in case estranee, scale estranee, balconi, giardini, salotti estranei, letti estranei...

Monaco Mosè del Monte Athos: SOLITUDINE E SOLITUDINE

Nei nostri giorni accade il seguente ossimoro: mentre gli uomini si accalcano ovunque al punto di darsi gomitate, si sentono sempre più soli. Questo avviene perché hanno una grave difficoltà di comunicazione. Trovano difficoltà nello scambiarsi le idee, nel comprendersi, essere tolleranti nei rapporti col prossimo. I cosiddetti mezzi di comunicazione di massa sono una cosa davvero meschina. Producono propaganda, alienazione, estraniamento e un certo tipo di isolamento. Nessuna pubblicazione e nessuna immagine può sostituire la presenza umana. Di solito a solitudine crea insicurezza, inquietudine, paura, confusione interiore e può condurre fino alla melanconia.

Kostas E. Tsiropoulos: IL MISTERO DELLA NOSTALGIA

Passa il tempo trascinandoci tutti verso la nostra uscita da questo mondo. E mentre ci trascina, talvolta con violenza e talvolta teneramente, ci accorgiamo che lasciamo dietro di noi le tracce della nostra esistenza – ricordi luminosi, ricordi oscuri. E da questi ricordi emerge ogni tanto, specie durante le nostre estati [greche], un inebriante profumo di nostalgia. Lo inspiriamo, lo viviamo rivivendo questi resti del nostro passato, e raramente ci meravigliamo che l'uomo disponga di questa spesso dolorosa capacità di rievocare i ricordi, che genera in lui il dolore discreto della nostalgia.

Grigoris Skalkeas: LA  LINGUA  GRECA DALLA CADUTA DI COSTANTINOPOLI ALLA FONDAZIONE DELLO STATO NEOGRECO

Costantinopoli cadde venerdì 29 maggio 1453, tra incendi, devastazioni e massacri. Da quel giorno nefasto in poi, i greci decisero di sopravvivere e immortalarono l'ultimo, eroico imperatore Costantino Paleologo con la leggenda del «Re trasformato in statua di marmo», e trovare conforto nella speranza della resurrezione della Stirpe e della libertà. Evidentemente guidati dall'istinto, i greci cercarono di conservare la loro lingua, la lingua greca, quale forza per la sopravvivenza della Stirpe.

Giacomo Leopardi: DISCORSO SOPRA LA BATRACOMIOMACHIA

Quando, dopo aver letta qualche opera di autore sconosciuto, la troviamo interessante e degna di osservazione, siamo tosto spinti dalla curiosità a ricercarne lo scrittore. Avendone rilevato il carattere dall'opera stessa, bramiamo avere un nome a cui applicarlo. Ci duole d'ignorar quello di una persona che c'interessa, e di dover lodare e stimare un Essere anonimo e sconosciuto. Forse il suo nome non ce lo farebbe conoscere più di quello che può fare l'opera stessa, ma noi crediamo di essere abbastanza informati intorno ad uno scrittore, quando ne sappiamo il nome. Riguardo alle opere antiche, questa curiosità va ancora più avanti.

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